Quando uscire di casa diventa difficile

a cura della dott.ssa Elena Ercolani – Psicologa –
Isolamento sociale e ritiro

Ci possono essere diversi motivi per cui una persona decida di isolarsi dal mondo e vivere un ritiro sociale. Ovviamente, prima fra tutte può esserci la paura, delle relazioni o di mettersi in gioco, ma potrebbe essere un sintomo anche di alcune patologie come la depressione, l’apatia, la clinomania o la cosiddetta sindrome di Hikikomori.

Apatia

Se la frase “non ho voglia di fare niente” risulta familiare, si potrebbe essere davanti ad un caso di apatia.

I tre sintomi dell’apatia in generale sono:

1. Non aver voglia di fare niente: niente stimola l’interesse di una persona apatica, c’è isolamento da qualsiasi responsabilità o relazione sociale

2. Mancanza di energie e stanchezza cronica: l’apatia, se prolungata, può portare a gravi conseguenze, sia di umore che neurologiche.

3. Mancanza di motivazioni dell’agire: chi soffre di apatia non prova emozioni, e pertanto questo tipo di patologia si differenzia dall’ansia e dalla depressione, perchè non vi è mai nessuna crisi di alcun tipo, solo l’indifferenza.

Per uscire dall’apatia, il consiglio principale è sicuramente quello di chiedere aiuto ad un terapeuta che aiuterà la persona a ritrovare la motivazione persa. Tuttavia, alcuni consigli per riscoprire la motivazione possono essere:

• Trovare uno scopo, più facilmente qualcosa che non si conosce e che possa sembrare interessante e che sia al di fuori della comfort zone.

• Non cercare la perfezione perchè non esiste: ognuno ha i propri fallimenti e i propri difetti.

• Non lasciarsi sopraffare dallo stress, cercando di mantenere l’autocontrollo.

Sindrome di Hikikomori

Si tratta di un fenomeno nato in Giappone per il quale, soprattutto gli adolescenti decidono di chiudersi, per mesi se non anni, nella propria stanza, senza avere contatto con l’esterno, se non attraverso la “finestra” che offre internet.

Bassa autostima, paura del fallimento e timore delle relazioni sociali sono sintomi che, in questo caso, non devono essere confusi con la pigrizia, soprattutto se questa situazione dura per molti mesi e se internet rappresenta l’unico contatto con il mondo esterno.

Hikikomori in giapponese significa “ragazzi accartocciati”, che si rinchiudono nella loro stanza e non parlano né interagiscono con nessuno se non attraverso supporti telematici.

Capire questo disagio include non solo approfondire il contesto psicologico individuale, ma anche il contesto sociale che nasconde dietro questo comportamento, in cui la tecnologia è quindi un sintomo di un disagio fisico e mentale profondo.

Clinomania

Si tratta della voglia irrefrenabile non alzarsi dal letto, per potersi sentire al sicuro. È un modo per non dover affrontare ciò che si trova al di fuori della propria stanza e nel mondo esterno.

Questo disturbo può presentarsi in periodi di forte stress, può essere il sintomo di una depressione o, in particolar modo, della depressione post partum.

Depressione

Un altro caso in cui l’isolamento sociale è sintomo di una patologia maggiore è il caso della depressione.

Questa può manifestarsi con il fatto di non riuscire a uscire più di casa, ma anche con l’incapacità di alzarsi dal letto. La depressione di questo tipo deriva probabilmente da problematiche profonde, come l’ansia sociale, senso di solitudine o bassa autostima.

La depressione può portare a conseguenze molto serie, quindi qualora si provasse profonda tristezza, con disturbi d’ansia e problematiche ad uscire di casa o alzarsi dal letto, il consiglio è quello di chiedere aiuto e contattare un terapeuta per iniziare una terapia.

Stare tutto il tempo a casa ha conseguenze negative sul nostro benessere psico-fisico e quando diventa un’abitudine è imprescindibile chiedere aiuto e supporto medico o psicologico.

Secondo uno studio pubblicato sulla rivista “Current Biology”, quest’abitudine può causare un aumento della possibilità di soffrire d’ansia e d’insonnia. Secondo gli studiosi dell’University of Colorado at Boulder, infatti, la luce del sole ci serve per regolare i nostri ritmi biologici e, di conseguenza, anche quelli del sonno. L’esposizione unicamente all’illuminazione elettrica, invece, può aumentare il rischio di soffrire di disturbi del sonno, ansia, depressione, obesità e carenza di vitamina D.

Per questo, diversi studi consigliano di stare all’aperto almeno 45 minuti al giorno, preferibilmente di mattina e a contatto con la natura. Queste difficoltà possono colpire non solo chi soffre di un determinato disturbo psicologico ma anche chi è costretto a lavorare in casa tutto il giorno, soprattutto in questo periodo di smart working. L’auto-reclusione e il ritiro sociale, infine, hanno effetti negativi anche sulle nostre capacità sociali.

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