La sofferenza che si cristallizza nel tempo: I disturbi depressivi 

Articolo a cura della Dott.ssa Elena Venturelli – psicologa –

Un’interessante definizione di questi disturbi viene data da Karl Jasper agli inizi del Novecento nel suo famoso libro “Psicopatologia generale”. In questo l’autore definisce con il termine melanconia quello stato di profonda e immotivata tristezza e inattività che coinvolge tutto l’organismo. In questo stato la persona esprime la voglia di non fare nulla, ciò è percepito soggettivamente in modo estremamente doloroso dall’individuo stesso, ma emerge in maniera oggettiva anche nelle persone che lo circondano. In questo malessere la persona coinvolta si lamenta di questa profonda sensazione di vuoto e di inattività, presentando una notevole difficoltà nell’intraprendere qualsiasi tipo di attività, si sentono inadeguati, insufficienti. Il mondo appare ai loro occhi come grigio spento, vedono sempre il lato negativo delle cose, colpevolizzandosi per il proprio passato e avendo un’estrema paura per il futuro e per ciò che potrà accadere loro. Il presente è visto come piatto, privo di alcun stimolo (Jasper, 1913).

La Melanconia secondo Karl Jasper

Karl Jasper, nei suoi scritti del Novecento, descrive la melanconia come uno stato di profonda tristezza e inattività, coinvolgendo tutto l’essere umano. Questo stato, caratterizzato da una sensazione di vuoto e inadeguatezza, può portare a una visione negativa del mondo e a una costante preoccupazione per il passato e il futuro.

La Diversità nell’Esperienza della Melanconia

Gli individui sperimentano la melanconia su un continuum, con alcuni che si focalizzano principalmente sui propri stati corporei. Tuttavia, non tutti i pazienti depressi seguono questo modello.

La Difficoltà nel Chiedere Aiuto

Alcune persone che si suicidano non presentano una storia di depressione. Questo potrebbe essere dovuto alla difficoltà nel chiedere aiuto, percepita come una minaccia alla propria immagine e al proprio status sociale.

La Teoria di Arciero e Bondolfi

Secondo questa teoria, la modalità di emozionarsi può influenzare lo sviluppo della sintomatologia depressiva. Nei soggetti orientati all’interno, la depressione può derivare da un senso di fallimento personale, mentre nei soggetti orientati all’esterno, può derivare da un cambiamento improvviso nella situazione.

Rievocazione di Eventi Negativi

Le persone possono ricordare eventi negativi in prima o terza persona. Questi diversi approcci attivano diverse aree cerebrali e possono influenzare l’emozionalità del ricordo.

Applicazioni Cliniche della Ricerca

Studi sull’efficacia della Deep Brain Stimulation (DBS) dimostrano il ruolo di alcune aree cerebrali nella depressione, mentre farmaci antidepressivi come la paroxetina agiscono su queste stesse aree.

Correlati Anatomici del Dolore

Alcune aree cerebrali sono coinvolte sia nel dolore fisico che in quello psicologico/sociale, suggerendo una connessione tra la protezione fisica e sociale nell’evoluzione.

Considerazioni Finali

Sebbene un ricordo distaccato possa attenuare l’impatto emotivo degli eventi negativi, l’approccio terapeutico basato sull’addestramento delle strategie di rievocazione potrebbe aumentare le alterazioni dell’identità personale.

In sintesi, la comprensione delle basi biologiche e psicologiche della melanconia può guidare l’intervento terapeutico verso approcci più efficaci e centrati sul paziente.  

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