dott.ssa Elena Ercolani – Psicologa
Quando si ha a che fare con qualcosa che è minaccioso e sconosciuto mettiamo in atto una serie di meccanismi automatici, volti alla nostra sopravvivenza, molto simili a quelli osservabili negli animali. Ma gli esseri umani, pur sforzandosi di essere razionali affidandosi alla logica, sono profondamente psico-logici e quindi le emozioni giocano un ruolo fondamentale stravolgendo le scelte pianificate o basate su dati di fatto.
L’emergenza Coronavirus può influenzarci in molti modi diversi: fisicamente, emotivamente, economicamente, socialmente e psicologicamente. Tutti noi ci stiamo occupando delle vere e proprie sfide della malattia e della difficoltà dei sistemi sanitari di affrontarla.
Ma quello che ci fa più paura sono le conseguenze che ancora non possiamo prevedere ma iniziamo ad intuitre: disagi sociali e comunitari, ricadute economiche e problemi finanziari, ostacoli e interferenze a molti aspetti della vita, e chissà cos’altro. Quando affrontiamo una crisi di qualsiasi tipo, la paura e l’ansia sono inevitabili; sono risposte normali, naturali a situazioni difficili cariche di preoccupazione e incertezza.
Tuttavia se non riusciamo a gestire la paura, potremmo percepire il Coronavirus come un nemico invincibile: è piccolo, sfuggente, invisibile all’occhio umano, poco conosciuto, facilmente trasmissibile e ciò scatena le paure più profonde di un qualche elemento incontrollabile che dall’interno che ci possa distruggere.
Quando la preoccupazione o la paura diventano costanti, si passa spesso al panico o all’ansia generalizzata, per cui un pericolo limitato e contenuto di contagio, viene generalizzato percependo ogni situazione come rischiosa ed allarmante.
In alcuni soggetti poi, si potrebbe sviluppare una situazione di ipocondria, intesa come tendenza a eccessiva preoccupazione per il proprio stato di salute percependo ogni minimo sintomo come un segnale inequivocabile di infezione da Coronavirus.
Il limite fra una funzionale attivazione (eustress o stress positivo) e un eccesso di allerta con comportamenti poco lucidi e controproducenti (distress o stress negativo) è sottile.
L’ignoto, senza dubbio, spaventa. Quindi, che si tratti di paura, di angoscia, di terrore o di panico, in tutti questi casi vi è un tratto di fondo comune: la preoccupazione.
È talvolta inevitabile perdersi nelle preoccupazioni e rimuginare su aspetti e cose che sono fuori dal nostro controllo: ‘Cosa potrebbe accadere in futuro? Come il virus potrebbe influenzare te o i tuoi cari o la tua comunità o il tuo paese o il mondo? – e cosa accadrà allora?’.
E anche se per noi è del tutto naturale perderci in tali preoccupazioni, questo, a livello psicologico non è ne’ utile ne’ produttivo. In effetti, più ci concentriamo su ciò che non è nel nostro controllo, più siamo ansiosi e senza speranza.
Quindi, l’unica cosa utile che chiunque può fare in qualsiasi tipo di crisi (legata a Covid o altro) è solo concentrarsi su ciò che è sotto il nostro controllo.
Non possiamo controllare cosa accadrà in futuro. Non possiamo controllare il Covid-19 stesso o l’economia mondiale o il modo in cui il governo gestisce tutta questa situazione. E non possiamo controllare neanche i sentimenti, eliminando la paura e l’ansia, perfettamente naturali. Ma possiamo controllare quello che facciamo, qui e ora.
Quando scoppia una grande tempesta, le barche nel porto lasciano l’ancora, perché se non lo fanno, verranno spazzate via in mare. E, naturalmente, far cadere l’ancora non fa andare via la tempesta (le ancore non possono controllare il tempo), ma può tenere una barca ferma nel porto, fino a quando la tempesta non passa nel suo tempo libero.
Allo stesso modo, in una crisi in atto, sperimenteremo tutti ‘tempeste emotive’: pensieri inutili che girano nella nostra testa e sentimenti dolorosi che turbinano intorno al nostro corpo. E se siamo spazzati via da quella tempesta dentro di noi, non c’è nulla di efficace che possiamo fare.
Quindi il primo passo pratico è ‘far cadere l’ancora’, usando alcune strategie:
- Condividerele proprie emozioni e preoccupazioni: in questo momento storico è normale provare paura o agitazione, parlare con persone che ci fanno stare bene, ci aiuta a calmare la paura.
- Mantenere unacontinuità, se possibile e nel rispetto delle regole suggerite, con le routine e abitudini.
- Investire del tempo su nuoviprogetti e attività o riprendere quelle attività alle quali non si ha potuto dedicarsi prima.
- Ritagliarsi uno spazio personale, intimo, in cui è possibile pensare, leggere un libro, ascoltare della musica.
- Consultare lerisorse rese disponibili online per frequentare visite virtuali dei musei, festival, videoteche, spettacoli, e per leggere gratuitamente un giornale o un libro.
- Rispettare il più possibile la regolarità delciclo sonno-veglia.
- Scegliereun’alimentazione sana e dedicare del tempo alla cura del tuo corpo, praticando ad esempio attività fisica e esercizi di rilassamento.
- Utilizzarestrumenti social per allontanare vissuti di solitudine e isolamento.
- Nei casi in cui l’ansia e la paura prendano il sopravvento creando una situazione di disagiocronico costante e persistente, contatta un professionista.